Quando inizi a pensare che su un determinato argomento sia stato ormai detto e snocciolato tutto il possibile, quando credi che le fonti di notizie si siano prosciugate e che non ci sarà più nulla che potrà stupirti, ecco che arriva una novità di quelle che, per chi ha la mia passione, ti fa alzare in piedi e ti fa meravigliare ancora dopo tanti anni.
Fino a qualche mese fa le foto ufficiali di Robert Johnson erano due, una, la più famosa, è un ritratto professionale in cui lui indossa un vestito gessato e ha in mano una chitarra Gibson, probabilmente modello L-00.
La prima foto nota di Robert Johnson campeggia sulla copertina del cofanetto Complete Recordings, edito dalla Columbia inizialmente nel 1991 e poi, nel 2011, a cent'anni dalla nascita, in una nuova edizione deliziosamente ripulita digitalmente nota come The Centennial Collection.
La seconda è una foto scattata per qualche centesimo presso un photo booth sulla Beale Street a Memphis, Tennessee, quando era poco più giovane: lo si vede in primo piano imbracciare una chitarra, in questo caso si pensa sia una Kalamazoo[1] K-14, nell’atto di abbozzare un accordo. Si possono scorgere le dita sottili, uno sguardo serio e sicuro e una sigaretta che gli penzola dalle labbra.
La seconda immagine nota di Robert Johnson, un autoscatto fatto in un photo booth a Memphis, Tennesse: espressione seria e sicura, resa ancora più drammatica dalla sigaretta in bocca.
Nota per gli appassionati di chitarre: la Gibson (proabilmente L-00) ritratta nella prima foto fu presa in prestito per l'occasione da Robert Johnson, mentre la Kalamazoo sarebbe stato il suo vero strumento.
Questo fu confermato anche da Johnny Shines anni dopo la morte del bluesman di Hazlehurst.
È di recente rinvenimento una nuova fotografia sicuramente raffigurante Robert, scattata nello stesso giorno e nel medesimo photo booth della seconda, e il motivo per cui siamo certi sia Robert Johnson, oltre ai particolari identici al precedente autoscatto come i vestiti, le bretelle dei pantaloni e la Kalamazoo K-14, è che è stata resa nota dalla sorellastra di Robert Leroy: Annye C. Anderson, oggi novantaquattrenne, si può considerare l’ultima persona ancora viva al mondo ad aver conosciuto Johnson, anzi, per dirla con le sue parole, Brother Robert (mio fratello Robert).
Freschissimo di stampa il libro a lei accreditato e scritto con l’aiuto di Preston Lauterbach si intitola Brother Robert – Growing up with Robert Johnson (Achette Books, New York, 2020), la cui copertina è proprio questa nuovissima immagine del famoso chitarrista Blues.
Come il precedente, anche questo inedito autoscatto è una specie di selfie ante litteram e lo ritrae in primo piano con la chitarra ma in una posa più rilassata, quasi confidenziale e, a differenza dell’idea che spesso si ha dell'autore di Sweet Home Chicago, Me And The Devil Blues e altri storici brani, la sua espressione è sorridente e quasi divertita.
La terza foto da poco resa nota di Robert Johnson utilizzata per la copertina del libro Brother Robert - Growin up with Robert Johnson di Annye C. Anderson.
Riporto dal sito vanityfair.com, che a sua volta ripropone immagino il contenuto del libro della Anderson:
There was a make-your-own-photo place on Beale Street, near Hernando Street. I’ve since learned that a man named John Henry Evans owned it. The photo place was right next door to Pee Wee’s, the bar where Mr. Handy wrote his blues. One day when I was 10 or 11 years old, I walked there with Sister Carrie and Brother Robert. I remember him carrying his guitar and strumming as we went. You just walk in, drop a nickel in the slot, pull the curtain, and do it. There was no photographer. I had my picture made. Brother Robert got in the booth, and evidently made a couple.
C'era un posto per farsi le proprie foto a Beale Street, vicino a Hernando Street. So che era di proprietà di un uomo chiamato John Henry Evans. Si trovava vicino al bar Pee Wee's, dove il signor Handy [W.C Handy, compositore di St. Louis Blues e altri classici, autodefinitosi Padre del Blues N.d.T] scriveva i suoi Blues. Un giorno, io avevo 10 o 11 anni, camminavo con mia sorella Carrie e mio fratello Robert. Ricordo che lui portava con se la chitarra e strimpellava mentre procedevamo. Entravi [nel photo boot N.d.T], inserivi un nichelino nella fessura, chiudevi la tendina e ti scattavi la foto. Non c'era un fotografo. Io ho fatto la mia foto e mio fratello Robert evidentemente se ne scattò un paio.
da vanityfair.com
Annye riflette che
It shows Brother Robert the way I remember him—open, kind, and generous.He doesn’t look like the man of all the legends, the man described as a drunkard and a fighter by people who didn’t really know him. This is my Brother Robert
[La foto N.d.T] mostra mio fratello Robert come me lo ricordo - aperto, gentile e generoso. Non assomigliava all'uomo di cui parlano tutte le leggende, l'uomo descritto come un ubriacone attaccabrighe dalle persone che non lo conoscevano. Questo è mio fratello Robert.
Il 2021, l’anno prossimo mentre scrivo, sarà il 110o anniversario della nascita di Robert Johnson. Quest’anno sono già due le nuove pubblicazioni in lingua inglese che lo riguardano, chissà che l'anno nuovo non riservi agli amanti della sua musica qualche novità interessante.
Per chi fosse interessato come me all'acquisto di Brother Robert - Growin up with Robert Johnson di Annye C. Anderson, per ora è disponibile solo la versione in inglese, qui il link su Amazon.it.
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